domenica 4 luglio 2010
lunedì 31 agosto 2009
S-quilibrata

La sera è il momento preferito dai pensieri per emergere dal torpore in cui li manteniamo mentre siamo confusionalmente affacendati nelle pù svariate attività quotidiane.
Volenti o nolenti, liberi dalle occupazioni che spesso ci creiamo solo per non pensare, le nostre riflessioni o le nostre idee, o peggio entrambe, sono davanti alle loro proprie forma e natura.
Noi siamo solo con Noi.
E’ un film già visto, la replica della miglior puntata della nostra fiction preferita…o anche no.
Tutto regolare.
Il problema inizia quando ogni momento ci porta a pensare, nonostante i nostri impegni lavorativi, affettivi, sociali e mondani.
I pensieri ci distraggono, ci distolgono dalla realtà.
[…i pensieri mi distraggono, mi distolgono dalla realtà.]
Si perde il proprio equilibrio, si ha la testa tra le nuvole; la distrazione regna sovrana.
[Ho perso il mio equilibrio, conquistato con tanto impegno; ho la testa tra le nuvole costantemente e non riconosco più la cosa giusta da quella sbagliata. Sono distratta, sempre distratta. Questo inverno ho perso diversi oggetti di valore, documenti importanti, la tessera della Biblioteca, il libretto dell’Università e in ultimo proprio ora, il lbretto degli assegni.
Io non avevo MAI perso niente. Ne resto sconvolta.]
Perdiamo la testa.
[Ho perso la testa. Ho perso il mio equilibrio.]
Il più delle volte il nostro stato interiore è determinato dal rapporto con gli altri.
L’esteriore per l’interiore….l’interiore per l’esteriore.
L’uno si riversa sull’altro come un cane che si morde la coda.
Un circolo emozionale vizioso.
All’improvviso ci accorgiamo che il nostro Universo gira intorno alle persone che non lo meritano, che oggi ci sono e domani no.
Ci vogliono bene, ma si dimenticano di noi o peggio non hanno proprio tempo di chiamarci e chiederci come stiamo.
I nostri pensieri, purtroppo, sono guidati da sentimenti e situazioni particolarmente belle o particolarmente brutte.
[I miei pensieri sono dettati dal brutto rapporto che da mesi ho con alcune persone tanto che il mio mondo esterno si riflette su quello interno e ne proietta un altro esterno devastato.
Nel mio Universo ruotavano persone che consideravo la mia famiglia qui o persone che reputavo fantastiche e che mi volevano bene davvero e non solo per “apparenza”.
Sono le stesse che non hanno il tempo per sentirmi o vedermi; che non mi vengono incontro neanche nel momento in cui rimango chiusa fuori casa; che tradiscono la mia fiducia, mi usano, mi deludono e mi feriscono. Oggi ci sono, domani no.
Ho trascorso mesi particolarmente brutti.]
Noi siamo il nostro equilibrio, ma solo il più stolto degli uomini non cade quando perde un amico.
[Ho costruito il mio equilibrio lottando contro gli altri e contro me stessa….ma non sono stolta e soffro per la perdita di quelli che consideravo amici.]
***
Mi sento tradita, umiliata, usata, ferita. Non trovo più niente di buono in me e riesco a tirar fuori solo lacrime e tanta rabbia.
Sono arrabbiata e vorrei urlare fino a rimanere senza più voce.
Non riesco a ribellarmi e mi distraggo.
Ho perso le persone alle quali volevo più bene, perdo la testa, perdo il mio equilibrio.
Mi sento indifesa.
Sono sempre più s-quilibrata.
venerdì 31 luglio 2009
Ricetta del mio uomo

Vorrei che gli occhi fossero neri affinchè io possa fantasticare dietro quello sguardo penetrante; nocciola perchè mi danno un senso di dolcezza; verdi come tutte le speranze che insieme potremmo avere; infine azzurri che facciano trasparire gioia di vivere, serenità e lealtà.
Dovrebbe sapermi rispettare ma non accontentarmi in tutto.
Essere in grado di tenermi testa quando mi impunto [il che capita spesso] e quando pretendo di avere ragione anche a torto evidente [e anche questo capita spesso].
Non dovrebbe mai dimenticare che io esisto come essere unico, uguale solo a me stessa e per questo insostituibile e non dovrebbe mai avere il dubbio che per me sia unico nei suoi pregi e nei suoi difetti, uguale solo a se stesso e per questo insostituibile.
Dovremmo essere diversi in tutto e per tutto, ma uguali nella nostra unicità, insostituibile l'uno per l'altra.
Il suo sorriso dovrebbe incantarmi e farmi sognare di mondi fantastici.
Non mi importano i muscoli scolpiti o un po' di pancetta, perchè la cosa fondamentale è che io possa perdermi tra le sue braccia dimentidandomi di tutto il resto.
Vorrei che la sua voce fosse per il mio udito melodia stregata di sirena, e le sue parole dolci note per farmi volare nei cieli più alti; ma vorrei che fossero anche dure all'occorrenza per potermi scontrare con colui che null'altro vorrebbe se non il mio bene.
Dovrebbe avere un lavoro che lo gratifichi non per uno stipendio, ma per il suo essere.
Non vorrei ricchezza ma il giusto che ci permetta di vivere la vita dei nostri sogni comuni.
Per me non dovrebbe scalare le montagne più alte o nuotare nei mari più profondi, ma affrontare le piccole difficoltà o i possibili impedimenti che ci allontanano; se necessario, affrontare se stesso ed il suo mondo per me.
Mi piacerebbe che avesse delle paure e dei sentimenti profondi, che non avesse vergogna o timore ad esprimerle perchè le sue paure e le sue emozioni potrebbero guarire le mie. Ed io, se mi venissero negate, come potrei guarire le sue?
Lo vorrei capace di emozionarsi davanti ad un bruco che diventa farfalla, ad una gocciolina di rugiada posata su una foglia, all'odore della vernice o di un libro fresco di stampa, al profumo della mia cucina molto spesso bruciacchiata.
Lo vorrei forte quanto basta per avvolgermi quando io mi emoziono, ma sensibile da commuoversi delle mie emozioni.
Non importa se a volte potrebbe farmi versare delle lacrime, perchè l'importante è che sia lì quando avrò bisogno di un fazzoletto.
Dovrebbe farmi ridere, tanto ridere; un giullare al mio sguardo e un Uomo al mio cuore ed in in sua compagnia i miei occhi sarebbero sempre brillanti e sorridenti.
Condividere dovrebbe essere la nostra parola d'ordine; noi.
Semmai un giorno dovessi trovarti, tu da me avrai rispetto, amicizia, amore e passione e non dovrai preoccuparti di altro, non saresti geloso. Perchè io sarò semplicemente solo tua.
*****
Su un aereo di carta in questa notte di Bora, affido al vento i miei desideri, sogni e speranze affinchè giungano all'Universo.
sabato 14 febbraio 2009
?!
martedì 27 gennaio 2009
Contraddizioni
"Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione."
A.Schopenhauer, Parerga e Paralipomena
...io faccio parte di quella compagnia...
domenica 28 dicembre 2008
...ad occhi aperti
L'atmosfera, le luci, i colori, le musiche. Quando si aprono gli occhi tutto svanisce avvolto da una leggera foschia che diventa sempre più densa fino ad arrivare ad essere una nebbia fitta, che ricopre quelli che rimangono solo ricordi. I sogni. Capita di farsi catturare da loro che sono talmente belli che solo dopo ti accorgi di aver sognato pur rimanendo con gli occhi aperti. Sì. Sempre cosciente di quel che dico, che faccio che penso, mi sono abbandonata al loro piacere. Fantasie, desideri. La scenografia della mia vita, costruita in ogni minimo particolare, inizia a cedere sotto il peso del tempo, sotto quello delle scenografie altrui. Il sapore dolce dei miei desideri sulla famiglia, sugli amici, sulle passioni, è diventato in pochi giorni così amaro da farmi smettere di sognare.
Seduta sul divano, ad occhi aperti fisso la finestra. Fuori è buio, ma sembra tutto più luminoso di quello che ho dentro.
Tristezza, amarezza, solitudine, delusione. Consapevolezza che dovrò tenermi tutto dentro per non ferire alcuni, per non spaventare altri. In fondo per un anno intero ho solo sognato, con gli occhi aperti...tutto ciò che è ora avvenuto al mio risveglio era solo nascosto dietro un velo trasparente che non ho voluto scostare per rimanere un po' in un mondo fantastico, dove la razionalità diventa superflua e regna solo quello che ho sempre nascosto.
Dovrei tornare a rinchiudere questo mondo dentro di me, anche se non capisco perchè quel che ho sempre fatto, ora mi risulta così difficile.
Ad occhi aperti, solo ad occhi aperti. Ma è come andare in motorino contro vento, senza occhiali.
Vorrei salire su un treno e cambiare città. Non Roma. Nè Trieste.
Ora sono io che voglio scappare lontano.
mercoledì 10 dicembre 2008
Vorrei
Vorrei...
...scartare un cioccolatino e trovarvi dentro un biglietto.
Su quel biglietto vorrei che vi fosse disegnata una mappa.
Una mappa di una caccia al tesoro.
2 passi verso il sole, 5 verso il mare. Cercare un arcobaleno e fare 3 passi verso di esso.
3 è il numero perfetto.
Ai piedi dell'arcobaleno c'è sempre una pentola di monete d'oro.
Vorrei che la mia fosse un nuovo biglietto che indicasse...
...1 passo verso la gioia, 2 verso il sorriso e 3 verso la passione.
1. 2. 3. ...il tesoro.
...un pacchetto rosso ciliegia con una grande coccarda color del cielo.
Dentro le voci, gli sguardi, le confidenze, gli abbracci.
Sentimenti smarriti in un tempo confuso, ritrovati in un istante incerto da non perdere nei momenti futuri.
Vorrei un cioccolatino da scartare contenente un biglietto da leggere.
mercoledì 14 novembre 2007
Mare
domenica 28 ottobre 2007
Fardello
venerdì 19 ottobre 2007
Dietro la porta
sabato 6 ottobre 2007
venerdì 21 settembre 2007
mercoledì 29 agosto 2007
Di nuovo.
mi buttai dal letto per sentirmi libero
vestendomi in fretta per non fare caso
a tutto quello che avrei lasciato
scesi per la strada e mi mischiai al traffico
Rotolai in salita come fossi magico
toccando terra rimanendo in bilico
diventai un albero per oscillare
spostai lo sguardo per mirare altrove
cercando un modo per dimenticare
su tela anonima
e mescolai la vodka
con acqua tonica
poi pranzai tardi all’ora della cena
mi rivolsi al libro come a una persona
guardai le tele con aria ironica
e mi giocai i ricordi provando il rischio
poi di rinascere sotto le stelle
ma non scordai di certo un amore folle
in un tempo piccolo
Ingannai il dolore con del vino rosso
buttando il cuore in qualunque posto
mi addormentai con un vecchio disco
tra i pensieri che non riferisco
chiudendo i dubbi in un pasto misto
e mi giocai i ricordi provando il rischio
poi di rinascere sotto le stelle
ma non scordai di certo un amore folle
in un tempo piccolo.
mercoledì 20 giugno 2007
giovedì 3 maggio 2007
cerco un naso per me
ma tanto, tanto triste
che tutti quelli che l'incontravano s'intristivano.
Se si sedeva,
anche la sedia diventava triste,
ma tanto, tanto triste
che iniziava a scricchiolare, si scollava, si sfasciava.
Se mangiava una minestra,
questa s'intristiva, diventava insipida e fredda.
Un giorno trovò per strada un naso rosso di gomma,
se lo mise addosso,
un bambino lo vide e sorrise.
Da quel giorno, lui è sempre un po' triste,
ma chi l'incontra, sorride.
Se si siede, la sedia diventa una sedia a dondolo,
che lo culla e lo fa sognare.
Se mangia una minestra,
questa ha mille profumi e mille sapori.
Questa è la storia dell'uomo triste,
oggi un po' meno triste.
mercoledì 2 maggio 2007
Auguri!



sabato 28 aprile 2007
mercoledì 25 aprile 2007
le mie mattine

Tutte le mattine il sole filtra dalla mia finestra diretto ai miei occhi.
Mi sveglia con il calore dei suoi ridenti raggi.
Eppure...io apro gli occhi e vedo ancora buio.
Continuo a camminare in quel lungo tunnel nero aspettando di arrivare all'uscita.
Invece è sempre più buio e l'aria sempre più rarefatta,
Irrespirabile.
Vorrei svegliarmi ricambiando il sorriso dei raggi del sole
uscire ancra intorpidita dal calore delle coperte
e fare un grande respiro di aria fresca e profumata.
Poi rispondere al telefono e sentirmi dire da te che è stato solo un lungo e brutto incubo.
domenica 22 aprile 2007
Ora lo capisco.

C'era una volta una ragazza, che camminava bellissima in una stretta viuzza di un paese.
Si guardava intorno affascinata dalle mille bellezze che la vista le offriva.
Tra le due file dei palazzi, ai margini della viuzza, erano attaccati dei fili, dai quali sventolavano panni colorati come farfalle che spiegano le loro ali donandole ai primi raggi di sole di una nuova bella stagione.
Qualcosa di inaspettato.
Gli occhi delle case finoa a quel momento dormienti, si svegliarono all'improvviso e dal loro interno donne e uomini lanciarono contro la ragazza ogni genere di marciume potesse capitare loro tra le mani.
La ragazza cercò di ripararsi, ma invano.
Tutta sporca, iniziò a correre veloce, sempre più veloce, fino ad arrivare ai piedi di una immensa scalinata, sulla cui sommità si mostrava un enorme e sontuoso palazzo,
rassicurante nella sua forma e splendente nella sua luce.
C'era un ragazzo, vestito come un principe, che iniziò a scendere tutti quei bianchi scalini, soridendo. Sorridendole.
La prese per mano e iniziarono a ballare.
Il suo vestito non sembrava più sporco, i suoi capelli non erano più scompigliati.
C'era il sole, c'era la musica, c'erano sguardi e c'erano sorrisi.
Ma ad un tratto successe qualcosa e le mani dei due giovani si separarono, cercando di riafferrarsi in ogni modo.
La ragazza osservà il sorriso del giovane e non potè fare a meno di chiudere gli occhi.
Quando li riaprì si trovò che rotolava su di una scarpata, completamente nuda e con le guance bagnate di lacrime.
Arrivata in fondo trovò qualcuno ad aspettarla.
Una vecchia strega dal naso ricurvo ed i capelli bianchi, coperti da un grande cappuccio nero come la pece, che continuava in un lungo mantello, anch'esso nero, che avvolgeva quel corpo storto e pauroso.
Abbracciò la ragazza, la avvolse nel suo mantello e le disse con una vocina ironica e tremolante:
"Vieni tesoro, sarò io che mi prenderò cura di te".
E camminando piano piano, sparirono all'orizzonte dove altro non si vedeva che una casa avvolta da fumo nero.
-F.C.-