Chiedere è lecito, rispondere è cortesia

sabato 8 ottobre 2005

Paura!

Sono passati solo oppure già 4 mesi..e mi ritrovo a leggere su un libro una realtà scomoda, brutta...da dimenticare.

 

"«Vado a comprare le sigarette», ha detto uscendo, sbattendo forte la porta dietro di sé.


Io fumavo l'ultima, stesa sul divano, affatto impressionata dalle mmagini e dalle voci della TV. Ho annuito, guardando dritto davanti a me.
Quando ho sentito la porta dell'ascensore aprirsi e poi richiudersi, è stato come se un lampo mi avesse trapassata all'improvviso e riempita di un'energia sovrumana. Correndo sono andata verso la finestra e ho afferrato il suo cellulare poggiato sul davanzale.
Faccio scivolare velocemente con i tasti i messaggi in entrata e non c'è nessun segnale che può preoccuparmi, anche se per un attimo avvrto il presentimento che lui possa aver trascritto il numero di qualcun'altra sotto il mio nome o il nome di sua madre. Allora controllo tutti i testi dei suoi messaggi e il sottile presentimento svanisce.
Una tosse roca mi fa sobbalzare all'improvviso, proprio dietro di me, sento il vento che mi sposta i capelli.
La guara e le dico «Che cazzo vuoi, sono occupata, non è il momento».
Lei mi sorride e mi sussurra con voce gracchiante «Mi piace quello che stai facendo. Devi sapere tutto. Continua, continua a controllare o gni suo movimento, segui ogni suo passo e ascolta attentamente ogni sua parola: potrebbe mentirti da un momento all'altro. Io sono qui per aiutarti, per farti rendere conto che la realtà non è come te l immaginavi, ma diversa.»


«Ah sì?», dico sprezzante, «e tu che ne sai?».


Lei non dice niente, va in cucina e versa un po' d'acqua nel bicchiere. Senza dire una parola si volta verso di me capovolgendo il bicchiere e l'acqua, con mia grande sorpresa, non si rovescia per terra ma segue una linea orizzontale perfetta e precisa. Una linea che si arresta a pochi centimetri dal mio naso.


Guardo la donna e le chiedo estasiata «Questa cos'è?».


Lei incrocia le braccia, e con un sorriso risponde «Quella è la tua realtà. Trasparente, perfetta, decisa, fluida. Tu l'hai versata nel luogo dove ti sembrava più appropriato versarla e adesso ci vivi dentro, ma lo spazio entro cui l'hai liberata non è quello che le appartiene. Quella che hai davanti agli occhi è la tua realtà, quella reale, dove dovrebbe essere: in una linea retta e perfetta che segue, al contempo, diverse direzioni. Quella linea sei tu».


«Quello che stai cercando di dirmi, è che ho fatto delle scelte sbagliate? E' questo?».
Scuote la testa e mi viene vicina, facendo rabbrividire l'acqua che sta ancora sospesa sopra la stanza.
«Quello che voglio dirti», dice, «è che finora hai nascosto la tua vera natura perchè attratta dall'idea di una vita normale e tranquilla. Ma tu non vuoi questo, non l'hai mai voluto. E quello che stai facendo adesso, controllare i suoi movimenti, è un gesto sensazionale da parte tua: il rimo di una lunga serie. Per questo ti dico: basta con queste chiacchiere, vedi un po' cosa c'è in quel cazzo di telefonino e pensaci bene».
Le parole pronunciatre velocemente l'hano di nuovo fatta tossire e, mentre le convulsioni la fanno tremare e contorcere, scompare. Sbiadendosi.
Scompare anche il fiumiciattolo che galleggiava a pochi centimetri dal mio naso, mentre i rumori e il freddo della stanza si fanno risentire.
Per niente scossa, come se avessi appena aperto la porta di casa alla mia vicina che mi chiedeva un paio di limoni, ho continuato a far scorrere i dati interessantissimi che mi forniva quell'apparecchietto diabolico.
Un nome nuovo spicca fra le chiamate in entrata: Viola. E adesso chi minchia sarebbe questa Viola?
Subito si affacciano nella mia mente i tratti di un viso dolce eppure indisponente, due mani lunghe e ben curate, due gambe sottili e agili che sostengono un culop perfetto. Subito mi appare agli occhi la donna dei suoi sogni.


Uno strato sottile, pungente di paura si insinua fra le pieghe dei miei muscoli. La bocca si storce e comincia a tremolare, mentre i batiti cardiaci aumentano sempre di più. Il freddo si mischia con una strana sensazione di caldo, che mi fa sudare e contemporaneamente rabbrividire.
E mentre una serie di fotogrammi osceni invade la mia testa, trascinandomi in luoghi oscuri e inesplorati, lui apre la porta."


Melissa P., L'odore del tuo respiro

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