Chiedere è lecito, rispondere è cortesia

martedì 4 aprile 2006

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Noi mettemmo le mani nelle tasche, senza volerlo, e la fronte avvertì il sottile alito dell'ombra, fresca, come quando si entra in una folta pineta.
Le galline andarono raccogliendosi, ad una a una, sulla scala protettrice.
Intorno, il campo cangiò in nero il suo verde, come se lo coprisse il manto nero dell'altare maggiore.
Si vide, bianco, il mare lontano,e nel cielo brillarono alcune stelle pallide. E come le terrazze andavano cambiano bianco per bianco! Noi che stavamo lì andavamo bisbigliando le cose più svariate, piccoli e oscuri uomini in quel solenne silenzio dell'eclisse.
Guardavamo il sole con ogni mezzo: con i binocoli da teatro, con il cannocchiale, con una bottiglia, con un vetro affumicato; e da ogni luogo: dalla scala del cortile, della finestra del granaio, dal cancello del patio, attraverso vetri scarlatti e azzurri…
Nel momento dell'eclisse, quando, poco prima, tutto rendeva il sole due, tre, cento volte pi� grande e bello con i suoi giochi di luce e d'oro, ora senza il lungo passaggio del crepuscolo, tutto lo lasciava solo e povero, come se avesse cambiato prima oro e poi argento per rame.
Il paese era come un piccolo soldo arruginito e senza valore. Quanto piccole e tristi le strade, le piazze, il campanile, i sentieri della montagna!
Platero, lì nel cortile, sembrava un asino meno vero, diverso e rimpicciolito; un altro asino…

L'ECLISSE
tratto da "Platero" di J.R. Jimenez

 

Sembra un'eclissi. Io il sole. Qualcosa davanti a me la luna. Mi oscura. Non riesco a brillare e donare calore e luce alla mia Terra...come tutte le notti fa invece la luna.

1 commento:

  1. mi piace il tuo blog... volevo farti un salutino!
    passa a trovarmi

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