Chiedere è lecito, rispondere è cortesia

mercoledì 16 novembre 2011

Silenziosamente

Mi addormento. Mi sveglio. Mi raggomitolo tra le coperte e torno a dormire, per svegliarmi ancora poche ore dopo. Allora penso. E ho freddo. Con la testa tra due cuscini, quasi a voler nascondere i miei pensieri, torno a dormire. Il suono della sveglia rompe definitivamente il filo conduttore che lega assieme ogni attimo della notte trascorsa: tu.
Ti ho sognato, tante volte. Lungamente. Sebbene cosciente che ogni volta fosse solo per una manciata di secondi, questa notte sono trascorse intere giornate. Belle. Piene di risate.
La tua attesa, i tuoi sms; persino il vibrare del cellulare tra le mani. Era tutto così reale. Eri tu così reale.
Mi sono svegliata con la consistenza delle tue mani nelle mie, con il calore dei tuoi abbracci, con il tuo respiro; il tuo odore. Se ora chiudo gli occhi posso sentirlo ancora il tuo odore. E la tua voce.
Sebbene sia passato così tanto tempo, non dimentico. Il tuo sguardo mi penetra tanto quanto allora.
Tutto questo è irrazionale, contro ogni mio principio, contro ogni dinamica avvenuta fino ad ora.
Contro quello in cui credo: che il tempo guarisce qualsiasi ferita, cancella il dolore, sbiadisce i ricordi.
Sì. Il tempo sbiadisce i ricordi.
Succede con tutti, ma non con te.

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