Perchè quando mi capita di stargli accanto, sento quell'odore che mi riporta indietro nel tempo. Mi viene in mente quando le mie nonne aprivano l'armadio per tirare fuori il vestito buono della domenica. Lo stesso odore del cappello e della giacca di mio nonno ed il ricordo di quando fremeva per uscire e andare a giocare a bocce; quando con la stessa premura tornava tutti i giorni alla stessa ora perchè non poteva perdere la Zanicchi con "Ok il prezzo è giusto".
Anche le loro credenze hanno quell'odore. Qualcuno arriccia il naso al solo pensiero, non io.
Ricordo quelle bellissime scatole di latta con dentro le caramelle rossana, quelle ripiene di liquori, gli spicchi di arancia, mandarino e limone... Mio zio che sottovoce diceva "Prendine una" e come per magia sbucava mia zia che con il vocione lo rimproverava "Renzo, deve ancora cenare"...e poi guardinga afferrava un'altra scatola di latta ripiena di biscotti.
Io, soddisfatta, tornavo a casa con una caramella nella mano sinistra e un biscotto nella mano destra, sorridendo felice mentre mia madre, con fare compiaciuto, sentenziava "Quanto ti viziano...!".
Sentivo quel profumo anche nella camera dispensa della mia zia Ines. Da piccola avevo un po' timore di quella stanza, buia con un odore strano. Ma ricordo che ero felice quando lei ed Elvia entravano lì...perchè voleva dire che presto si sarebbe mangiato qualche piatto delizioso cotto in quella stufa tanto diversa da quella che avevamo a casa nostra. Era marrone, si riempiva con la legna e sul ripiano c'erano dischi che con un ferro dalla punta arcuata venivano alzati da mia zia. Era affascinante stare lì seduta a guardare i preparativi di pasti che sarebbero stati pieni di gioia e risate. Io apparecchiavo...e aprivo le ante di vetro di una credenza a muro piena di bicchieri. Riesco ancora a sentirne l'odore...
È il profumo dell'infanzia.
Così rassicurante...
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