Seduta sul davanzale osservo il mondo dalla finestra.
Quello che osservo non gratifica né mente né corpo.
Una parete alta il cui intonaco cade in piccoli brandelli e delle finestre, che mostrano la loro età:
come la pelle delle giovani belle donne con il tempo si adorna di rughe che regalano armonia e saggezza,
così i loro strati di vernice hanno lasciato il posto al legno ormai quasi marcio, senza però perdere la loro magia.
La magia di poter guardare fuori e sognare un mondo che sia più bello, più facile,
semplicemente più simile a me.
L’occhio cade su due gabbiani che saltellano sulle tegole del tetto, liberi.
La stessa libertà che qualche tempo fa apparteneva a me.
Inizia la pausa e le ragazze si sparpagliano.
I miei occhi nella confusione si posano di nuovo, questa volta su un cartello posto in cima alle scale davanti a me.
“Vietato fumare”
Cartello inutile che ruba il posto ad un arcobaleno.
Non serve accendere una sigaretta perché tutto bruci.
I miei sogni sono andati in fumo e avverto uno sgradevole suono.
L’allarme antincendio.
Fumo.
Cenere.
E come la fenice....rinascere...da quelle stesse ceneri.
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